Il problema della crisi si sta facendo sentire ovunque e molti sono gli italiani che vengono sfrattati, perdendo casa né riuscendo a ri-acquistarla.

Di fronte a tale emergenza sociale, le istituzioni stanno prendendo in esame una soluzione già esistente sul mercato dei prestiti, proveniente dalle tradizioni anglosassoni. Il suo successo nel mercato immobiliare non è stato eclatante finora perché, senza una precisa disciplina giuridica al riguardo, la prassi del settore privato è praticamente andata allo sbando, facendo predominare la posizione del “più forte”, ed in questi casi il proprietario dell’immobile.

Ma di cosa si tratta, in fondo? Chi non riesce ad avere i soldi per comprare un’abitazione o trova molto esoso contrarre un mutuo né ha la capacità finanziaria per impegnarsi con le rate di un mutuo può comunque prendere possesso della casa pagando con canoni modici una sorta di “comodato d’uso” (ma in termini giuridici, non figura come tale). Alla fine di un periodo stabilito contrattualmente può riscattare l’immobile acquisendone la proprietà. E’ quanto succede anche con le auto. Ed, in effetti, le prime forme di leasing in Italia sono state rilevate per il mercato automobilistico.

Perché tale esperienza in ambito immobiliare è fallita inizialmente? Perché non siamo abituati a tutte quelle forme di “negozio privato” che auto-regolamentano, con equilibrio, le condizioni tra le parti. Il diritto generale anglosassone è molto scarno perché le abitudini all’autonomia delle parti contraenti sono prassi diffusa del vivere sociale, con ciò dando libero sfogo al diritto speciale, spesso denso di tutte quelle fattispecie concrete che vengono man mano a delinearsi sul mercato. La disciplina giuridica a cui noi siamo abituati è, all’opposto sellmyhousefast, incentrata sulla deduzione del fondamento giuridico. Ecco perché un settore poco curato in via generale come quello del leasing ha trovato sprovvisti molti esperti.

Molto probabilmente si sta ripensando all’opportunità, viste le difficoltà del settore immobiliare a cui i politici non possono essere sordi. E sarà forse costituito un fondo in cui interverrà come terza parte lo Stato o le banche per garantire chi vuole stipulare il contratto di leasing, in luogo dell’oneroso mutuo. Si spera che tale fondo non funga solo da garanzia monetaria ma si riesca a stabilire anche delle condizioni base per regolamentare un settore, già strapazzato dai tanti interessi e posizioni in contrapposizione.