L’aerosol per combattere i mali di stagione
Un’idea regalo utile per tutta la famiglia è una macchina per aerosol, per alleviare tosse, raffreddore e fluidificare l’eventuale muco.
Nei bambini questo apparecchio rappresenta uno straordinario alleato per prevenire e curare le ricorrenti infiammazioni ed infezioni a carico di naso e gola, grazie al calore del vapore unitamente all’effetto umidificante delle microparticelle di acqua.
Potete orientarvi tra due tipologie, scegliendo tra quello pneumatico o a pistone e quello a ultrasuoni detto anche mesh.
Per evitare un acquisto avventato, è bene accertarsi che sia conforme alla normativa CE 93/42, che deve essere stampata sul dispositivo e sulla confezione.
Primo elemento essenziale è la capacità dell’apparecchio di nebulizzare il farmaco in piccole dimensioni, ovvero trasformare quello che c’è nell’ampolla in una sorta di nebbiolina finissima.
Naturalmente più piccole saranno le particelle, maggiormente raggiungeranno in profondità i polmoni, che ne assimileranno meglio i principi, per ottenere un reale effetto curativo, le dimensioni delle particelle devono essere comprese tra 0.5 e 5 micron.
Il nebulizzatore pneumatico, è senz’altro il meno caro, dalle dimensioni contenute, permette un adeguato trattamento domiciliare, ma è estremamente rumoroso e particolarmente fastidioso se utilizzato da bambini, inoltre la sua potenza ridotta allunga i tempi di terapia.
La macchina per aerosol ad ultrasuoni funziona tramite un trasduttore che converte l’energia elettrica in vibrazioni a frequenze ultrasoniche e le trasmette ad una membrana vibrante e porosa, posta all’interno, che trasforma le particelle in gocce microscopiche, in modo da raggiungere più facilmente i bronchi.
E’ poco rumorosa, azionabile con l’uso di battery, pratica da portare anche in viaggio, piccolo neo è il prezzo, leggermente più alto.
Alcuni tipi di macchina per aerosol sono correlate di particolari dispositivi aggiuntivi come lo spegnimento automatico, qualora il livello del farmaco scende sotto un valore minimo o la selezione dell’intensità per determinare una erogazione più o meno lenta.